Avvocato in Roma

Avvocato in Roma è un professionista che ha maturato una preparazione specifica nel diritto del lavoro. Si occupa quindi di controversie fra dipendenti (o ex dipendenti) e datori di lavoro.

 

 

 

assistendo i lavoratori nelle vertenze aziendali oppure offrendo la propria consulenza e assistenza all’impresa. Qualunque sia la “parte” assistita (lavoratori o azienda), un giuslavorista deve essere sempre aggiornato, perché le leggi sul lavoro si evolvono continuamente. Di cosa si occupa un avvocato del lavoro? Assiste il lavoratore o il datore di lavoro quando fra i due si verifica un contrasto di tipo economico, sulle regole di comportamento da seguire in azienda, sulla nascita o sulla chiusura del rapporto di lavoro, anche se quest’ultimo è già finito. Generalmente interviene in caso di: licenziamenti  collettivi  trasferimento di azienda  contratti di lavoro  sicurezza sul lavoro e prevenzione infortuni  lavoro autonomo e rapporti di agenzia  appalti  procedimenti disciplinari e provvedimenti disciplinari contestati  dimissioni per giusta causa  demansionamento e mobbing  infortuni sul lavoro in nero  crediti da lavoro

Quando rivolgersi ad un giuslavorista?  In tutti i casi elencati nel paragrafo precedente e fin da subito. Infatti, i tempi nelle controversie di lavoro sono molto importanti. E’ indispensabile essere tempestivi, rivolgendosi ad un giuslavorista il prima possibile. Per esempio, se un lavoratore intende opporsi ad un licenziamento illegittimo, ha tempo 60 giorni da quando ha ricevuto la lettera di licenziamento per impugnarlo. Per farlo è sufficiente che invii al datore di lavoro una comunicazione. L’impugnazione del licenziamento diventa inefficace se, entro i successivi 180 giorni, il lavoratore non si rivolge al tribunale o non promuove un tentativo di conciliazione o arbitrato. In questo secondo caso, se il datore di lavoro rifiuta di perseguire la via stragiudiziale o non si raggiunge un accordo, il lavoratore dovrà rivolgersi al tribunale entro 60 giorni dal rifiuto o dal mancato accordo. Questo iter così stringente non vale solo per il licenziamento contestato, ma è obbligatorio anche in molte altre situazioni.

Per esempio, nei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e a progetto (co.co.co e co.co.pro.) quando il collaboratore vuole impugnare il recesso da parte del committente, oppure in caso di trasferimento del dipendente. Il consiglio è di affidare la redazione del documento di impugnazione e degli altri documenti a supporto, ad un Avvocato del lavoro, per evitare che un banale vizio di forma pregiudichi la possibilità di vincere la causa o comprometta la negoziazione in fase stragiudiziale (conciliazione o arbitrato). Controversie di lavoro: quali possibilità offre la legge Prima di ricorrere al tribunale, l’Avvocato del lavoro consiglierà, dove possibile, di risolvere il contrasto per via stragiudiziale, optando innanzitutto per la conciliazione, per evitare i tempi e i costi del procedimento giudiziario. Conciliazione Il lavoratore può promuovere un tentativo di conciliazione in sede amministrativa (rivolgendosi alle commissioni di conciliazione istituite presso la Direzione Territoriale del Lavoro) o in sede sindacale (secondo le procedure previste dai contratti collettivi di lavoro).

In tutti i casi il giuslavorista di fiducia lo assisterà sia nella scelta della sede di conciliazione che nella raccolta dei documenti necessari: lettera di assunzione lettera di licenziamento o di dimissioni buste paga  documentazione relativa al rapporto di lavoro Arbitrato  L’arbitrato è una procedura di risoluzione delle controversie alternativa al giudizio in tribunale, in cui le parti rimettono ad un soggetto terzo, imparziale, la decisione. Nell’ambito del diritto del lavoro, lavoratore e datore di lavoro possono stabilire che sarà la Commissione di conciliazione della Direzione Territoriale del Lavoro.

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